American Hustle – L’apparenza inganna
di David O. Russell (2014)
Il regista de Il lato positivo punta al riconoscimento principale nella serata dei prossimi Oscar con questa opera, ambientata alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, e per la quale ha riunito i quattro attori “fedelissimi”: Jennifer Lawrence, Bradley Cooper, Christian Bale e Amy Adams. Il risultato? Un film che strizza l’occhio a La Stangata, recitato benissimo, lungo (130 minuti), ma che riesce a mantenere fino all’ultimo la suspence, divertente e istruttivo sulla collusione tra poteri. American Hustle trae ispirazione da una delle più importanti operazioni sotto copertura dell’FBI, il cui nome in codice era Abscam, contrazione di “arab scam”, “la truffa dell’arabo”. Christian Bale (eccezionale trasformista: dal fisico di Batman a uomo ingrassato, con il riporto e imbolsito) è Irving Rosenfeld, genio della truffa che da un ambito locale si trova proiettato in un progetto pericoloso, costretto dall’agente FBI Richie DiMaso (Bradley Cooper, moro e con i capelli riccissimi, anche lui con qualche problemino psicologico) a collaborare, per non finire in carcere insieme con la sua amante/socia Sidney Prosser (Amy Adams mai così sexy). Obiettivo dell’operazione è provare la collusione tra potere politico e mafia, incastrando il maggior numero possibile di personalità. L’agente DiMaso parte, per raggiungere il suo obiettivo, da un sindaco del New Jersey di origini italiane Carmine Polito (Jeremy Renner, anche lui bravissimo a caratterizzare il personaggio), molto amato dai cittadini, per la sua famiglia, la supposta onestà e il suo impegno a favore del popolo. La situazione si complica sempre più quando l’FBI decide di far svolgere il ruolo dello sceicco a un suo agente ed entrano in gioco la moglie di Irving (Jennifer Lawrence un po’ invecchiata appositamente per il ruolo, bella, ma disturbata) e uno dei boss principali della mafia americana (interpretato da Robert De Niro, molto credibile nel suo ruolo). Russell ha realizzato un gioiellino, godibile e un po’ “amarcord”, per chi ha vissuto i favolosi seventies. Da vedere.
GIUDIZIO: WW 1/2
|