Lo hobbit – La desolazione di Smaug
di Peter Jackson (2013)
Come previsto dicembre è il mese di Jackson: quest’anno con la seconda puntata, il prossimo con la conclusione della trilogia dello hobbit. Oltre ad avere trasformato il libro in una saga, il regista ha aggiunto personaggi non inseriti nella storia di Tolkien (v. l’elfo Legolas - un Orlando Bloom tornato felicemente nel suo personaggio forse più famoso - o la “collega” Tauriel, guerriera con le fattezze di Evangeline Lilly (nota per Kate in Lost), per giustificare le lunghe ore di ripresa). La lunghezza (troppa: almeno venti minuti eliminabili senza grandi rimpianti) e un po’ di lentezza sono le caratteristiche negative di quest’opera. Ineccepibili gli effetti speciali e la qualità del 3D a 48 fotogrammi al secondo (ovviamente si apprezzano meglio in strutture adeguate; nei dintorni di Milano, il top è la sala Energia del cinema Arcadia di Melzo, non per niente inserita nell’elenco delle migliori sale mondiali). Riprendiamo, quindi, il viaggio di Bilbo Beggins (sempre Martin Freeman), Gandalf (Ian McKennel) e dei tredici nani “comandati” da Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage), per arrivare a Erebor (le voci dicono che Peter Jackson abbia disegnato personalmente l’interno dell’ex regno dei nani, ora dimora del cattivo drago Smaug, per essere sicuro di avere un risultato finale impressionante. Obiettivo raggiunto!). Nel loro cammino devono affrontare pericoli diversi e scontrarsi con gli elfi di Thranduil (Lee Pace), re del territorio di Bosco Atro che disprezza i nani ritenendoli avidi. Ma i nani e Bilbo hanno degli insospettati alleati nel figlio di Thranduil, Legolas, e nel capo delle guardie, l’elfa Tauriel. Grazie all’aiuto di personaggi come Bard l’arciere (Luke Evans) e Beorn (Mikael Persbrandt), finalmente i nani arrivano a Erebor dove entrano in contatto con il drago. Grande il lavoro effettuato su questo importante personaggio, che ha la voce di Benedict Cumberbatch (lo Sherlock Holmes televisivo) e le sue movenze in CGI; il drago è uno dei migliori realizzati e sembra davvero reale. Come già nella precedente trilogia di Jackson (Il signore degli anelli), Gandalf si trova ad affrontare una misteriosa presenza oscura (Il Negromante a cui dà voce sempre Cumberbatch), che sarà uno dei punti focali dell’ultima puntata. L’opera di Jackson è un fantasy colossale, non adatto ai bambini, per molte scene che possono creare loro paura e tensione, ma che rischia di saturare gli adulti.
GIUDIZIO: WW
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