Supernotes
di Luigi Carletti, Agente Kasper (2014)
S come Soldi, U come USA, P come
Pericolo, E come Elusione, R come Ricatto, N come Narcotraffico, O come Omertà,
T come Tradimento, E come Embargo, S come Segreti… questa potrebbe essere la
tag cloud il cui acronimo dà il titolo a Supernotes, versione romanzata delle vicende che hanno
visto protagonista l’Agente Kasper tra il 2008 ed il 2009. Kasper – pseudonimo
tra i tanti adottati in passato da un ex carabiniere toscano in forza ai Servizi
Segreti Italiani prima ed al ROS poi – è un agente raro nel panorama italiano:
parla inglese come un madrelingua, sa
pilotare qualsiasi tipo di aereo – civile o militare che sia – è un esperto
paracadutista, eccelle in almeno un paio di arti marziali… un’arma letale da film
d’azione a stelle e strisce. Dopo aver inanellato numerosi successi in missioni
ad alto rischio, tra cui il totale annullamento della più grossa rete di
spaccio italo-colombiana, lo troviamo quasi 50enne a Phnom Penh, capitale
Cambogiana dove vive da qualche anno gestendo un locale – lo Sharky’s – insieme
ad un socio americano ex-CIA… Proprio qui si imbatte per l’ennesima volta nella
sua carriera nei famigerati Supernotes, biglietti da 100 dollari stampati fuori
dal territorio americano, teoricamente falsi ma irriconoscibili anche dai
macchinari più sofisticati, insomma… come si dice in Cambogia “Same-same, but
different”.
Accettando l’incarico da parte
dei servizi segreti americani di risalire la corrente dell’impetuoso fiume di
Supernotes che invade il sud-est asiatico, Kasper indaga per un anno e rivela
le sua scoperte al committente… Quando è a un passo dal raccogliere le prove
definitive sulla fonte dei Supernotes però viene arrestato. Dovrebbe morire,
invece l’avidità di qualche burocrate lo risparmia, regalandogli quasi due anni
di inferno. Prima mesi e mesi di prigionia in faticenti capanne nelle campagne
cambogiane, poi un soggiorno forzato nell’ospedale criminale della capitale,
per approdare infine a Prey Sar, campo di prigionia da dove nessuno è mai
uscito vivo… Tra torture, pestaggi, vessazioni di ogni tipo Kasper ripercorre tutte le
vicende che lo hanno portato all’inferno, scoperchiando segreti che sembrano
frutto dell’immaginazione di un autore di spy story e che sono tristemente
veri. Leggere queste pagine – anche se i temi trattati sono sempre poco
approfonditi o circostanziati, immagino per ragioni di sicurezza personale del
protagonista che ora si è ritirato in una fattoria toscana – fa capire quanto
noi uomini comuni, gente qualunque, si viva costantemente con una benda sugli
occhi, mentre chi ha la leva del comando gioca a fare Dio con le nostre vite.
Un bel romanzo, con il neo di non fare quel passo in più e scoperchiare il vaso
di Pandora in quel modo esplicito, chiaro e spietato che è tratto distintivo
della verità. Ma sicuramente un libro interessante, istruttivo, appassionante,
che renderà teorico del complotto anche il più scettico dei lettori. Un atto di
coraggio per condividere una realtà troppo spesso nascosta dietro alle coltri
polverose della politica, non solo italiana ma mondiale. Soldi sporchi!
GIUDIZIO: WW 1/2
Kasper nella mia testa ha avuto fin da subito il volto di Sean Penn, mentre dietro alla cinepresa per la versione cinematografica di Supernotes vedrei magnificamente Robert Redford.
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