Giorgio Faletti, dopo la lunga parentesi di poco riuscite ambientazioni americane, è tornato agli splendori dell'esordio con
Appunti di un venditore di donne, un bel romanzo italiano al 100%. E per la sua nuova fatica va addirittura oltre:
Tre atti e due tempi non è solo ambientato in una cittadina della provincia piemontese, ma trasuda da ogni pagina quella che è diventata l'italianità degli ultimi vent'anni, quella fatta di calcio, arroganza, soldi e corruzione. Accanto a questi non-valori, però, c'è anche tutto quel sottobosco di principi che hanno fatto grande il nostro paese in passato: l'attaccamento a una bandiera (benché quasi mai al tricolore), i legami di sangue, l'arte d'improvvisare... Silvano Masoero,
Silver per tutti, è un ex-promessa del pugilato nostrano finita in disgrazia, a causa di un errore di gioventù che lo portò in galera per qualche anno. Da allora son passati trent'anni e
Silver lavora come capo magazziniere della squadra di calcio cittadina, che sta vivendo un momento magico, unico, mai visto prima: si trova a soli tre punti dalla promozione in serie A. Stella indiscussa dell'
undici a un passo dal paradiso
Il Grinta, il capitano, il protagonista indiscusso di questa magica stagione... il figlio di Silver. Ma sulla partita decisiva si allunga un'ombra funesta che l'ex-pugile riesce a scorgere per un puro caso: si troverà allora a fare i conti con il proprio passato, a tentar di riscattare - rischiando tutto quel che possiede - il tempo rubato all'infanzia del figlio, a combattere - Davide contro Golia - una lotta disperata per tener vivo il sogno di un'intera città. Un romanzo breve, denso, vivo, che racconta con precisione e sensibilità la condizione dell'Italia intera, divenuta ormai provincia del mondo e che come ogni provincia vive d'attese: sempre a sperare che cambi qualcosa che da solo non cambierà mai...
Spaccato italiano!
Alla mente si affaccia un solo nome in grado di tradurre in modo perfetto questo racconto lungo in film: Gabriele Salvatores.