Bambino 44
di Tom Rob Smith (2009)
Acclamato come miracolo editoriale, l'esordio narrativo di Mr. Smith è sicuramente un buon thriller, con un'ambientazione decisamente affascinante: lo smisurato impero sovietico degli anni '50. Protagonista dell'intera vicenda è l'agente dell'MGB (precursore dell'ancor più famigerato KGB) Leo Demidov, divenuto simbolo della vittoria contro i nazisti ed ora indefesso (ed implacabile) cacciatore di sovversivi in seno alla Madre Russia. Il clima che imperversa in U.R.S.S. in quegli anni è decisamente irrespirabile, occhi bassi e bocca cucita sono d'obbligo per i comuni cittadini, ma non garantiscono la matematica certezza di star fuori dai guai: basta una denuncia anonima, un semplice sospetto, un soffio d'invidia e ci si ritrova in un batter di ciglia in galera, condannati ai lavori forzati nei gulag o a morte (ammesso di vedere una differenza tra le due alternative). Leo, in qualità di agente speciale, gode invece di svariati privilegi, ripagati con la moneta sonante della sua fiducia assoluta nel sistema e della certezza di avere come missione la costruzione di un mondo migliore. Ma un giorno gli viene ordinato di interrompere la caccia a un presunto sovversivo, per incontrare privatamente un suo sottoposto, convinto che il figlioletto sia stato brutalmente assassinato; in Unione Sovietica non ci sono omicidi, il cadavere straziato del bambino è stato trovato vicino alla ferrovia, ergo: è finito sotto a un treno. Fine della discussione. Senza l'ombra di un dubbio - e con l'idea fissa di perdere tempo prezioso - Leo compie la sua missione, rispondendo con velate minacce alle rimostranze della famiglia in lutto. Ma i modi risoluti dell'agente gli valgono l'inimicizia di qualcuno anche all'interno del'MGB, tanto che la moglie Raisa viene accusata di spionaggio. Proprio un incredulo agente Demidov viene incaricato dell'indagine, rifiuta - esponendosi - di riconoscere colpevole la sua donna e... da qui inizia un volo a precipizio verso gli strati sociali più infimi del più acclamato eroe di guerra sovietico. In un vortice di eventi che lo distruggono fisicamente, ma ancor più psicologicamente, Leo perde tutto: sarà la scoperta dei cadaveri di due bambini, orrendamente squartati, a dargli la forza di reagire. Risolvendo il caso, forse tornerà nelle grazie dei servizi segreti... ma più l'indagine procede e più la fede di Leo Demidov nel sistema sovietico, ed in tutto ciò in cui ha sempre creduto, cade a pezzi costringendolo a ricostruire prima di tutto se stesso. Ispirato a vicende realmente accadute, Bambino 44 (edito Sperling&Kupfer) racconta la nascita delle unità investigative in U.R.S.S. dipingendo un verosimile quadro del regime sovietico, della realtà che si nasconde dietro alle propagande di qualsiasi sistema dittatoriale. E lo fa coinvolgendo il lettore, attraverso una prosa secca, talvolta cruda, ma sempre incalzante. Sicuramente un buon thriller, ma nulla di innovativo: tutta la pubblicità fatta a questo capostipite della trilogia di Demidov finisce per costargli mezzo punto nella valutazione finale. Istruttivo!
GIUDIZIO: WW
I diritti per la realizzazione cinematografica di Bambino 44 sono già nelle opulente tasche di Sua Maestà Ridley Mida Scott... non potrà che venirne fuori un blockbuster!!!
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