A due anni dallo strepitoso successo de
Il suggeritore - che gli valse il prestigioso Premio Bancarella - torna in libreria Donato Carrisi. La seconda opera, si sa, è sempre la più delicata: basti pensare al primo inciampo (
Niente di vero tranne gli occhi) in cui era occorso Faletti dopo
Io uccido, per poi ruzzolare in un vortice di banalità da cui è riuscito a liberarsi solo con il bell'
Appunti di un venditore di donne. Carrisi ha dichiarato in diverse interviste di aver avuto lo spunto per scrivere questo
Il tribunale delle anime - edito Longanesi - mentre era già avanzata la redazione della sua seconda (sarà ora la terza?) fatica: i colloqui con il misterioso padre Jonathan lo hanno come folgorato e convinto di dover subito dedicarsi a questa storia prima che lo facesse qualcun altro. Un moto di passione, dunque, su cui Carrisi ha deciso - se mi passate il
pokerismo - di fare un
blind all-in. Il risultato? Prevedibilmente si troverà con in mano una scala reale minima di cuori, aggiudicandosi tutto il piatto. In una villa isolata fuori Roma arriva un'ambulanza per soccorrere un uomo prevedibilmente vittima di un infarto: Monica, il medico di guardia, si appresta a soccorrerlo quando scorge a pochi metri da lui un pattino rosso... quello che mancava al cadavere della gemella rapita e ritrovata sgozzata un mese dopo. Contemporaneamente in un bar del centro città due uomini - Marcus, cacciatore di anomalie, e il suo superiore Clemente - sono chini sul dossier relativo alla scomparsa di Lara, studentessa di architettura svanita nel nulla: i due hanno ragione di ritenere che sia vittima di un serial killer che ha già mietuto cinque vittime. Sandra Vega è una fotorilevatrice della scientifica di Milano è rimasta vedova da pochi mesi, da quando il suo adorato David è stato ucciso a Roma durante un'indagine giornalistica che aveva condotto in assoluto segreto. Nessuno è riuscito a capire quale mano l'abbia spinto giù dal palazzo in cui si trovava e l'agente Vega, da allora, vive come in sospensione, in apnea. Seguendo le vie tortuose del caso - o di un preciso, quanto complicato disegno - le strade dei diversi protagonisti de
Il tribunale delle anime si incroceranno, collideranno a volte tra loro, a volte con quelle di altri personaggi satellite che ne modificheranno il percorso. Una trama complessa, avvincente, a cui fa da sfondo la misteriosa e controversa istituzione della Penitenzieria, una sorta di unità investigativa vaticana. I temi principali del romanzo, immersi in un'atmosfera thriller, sono tutt'altro che banali... il fulcro è l'analisi della natura umana: il labile confine tra luce e buio, tra bene e male, l'impossibilità di essere certi sempre e comunque di appartenere al primo o al secondo. Questa disamina è fatta esplodendo diversi sotto-temi: dalla giustizia - divina e umana, personale e istituzionale - alla spiritualità - in termini di fede o di fiducia, di rifugio o di forza - contrapposta alla razionalità; dalla colpa - percepita ed effettiva, endogena o esogena - all'espiazione - sacrificio o vendetta, catarsi o abbandono. Un'ottima conferma del talento di Carrisi,
Il tribunale delle anime fatica a farsi abbandonare anche quando gli occhi iniziano a chiudersi, quando il sonno chiede alla veglia il proprio spazio...
Avvincente!
La provenienza dalla sceneggiatura televisiva di Carrisi è evidente: i suoi romanzi potrebbero essere presi pari pari per il cinema. Il breve cenno nel finale a Mila Vasquez - protagonista de
Il suggeritore - suggerisce (perdonate il pasticcio verbale) un incrocio futuro tra i protagonisti dei due romanzi, aprendo le porte ad una serie che replicherebbe il successo delle versioni cartacee. Il volto segnato e inquieto di Marcus è perfetto per una nuova interpretazione magistrale di Elio Germano; le insicurezze della grintosa Sandra sarebbero ben rese da Giovanna Mezzogiorno.