"Non riesco proprio a lasciar stare questi due ragazzi. Ci ho provato ma loro tornano sempre a tirarmi le lenzuola sussurrando: scrivimi, scrivimi, scrivimi...". Così descriveva il proprio rapporto con Hap e Leonard il loro creatore, J. R. Lansdale, durante un'intervista per il lancio di questo
Sotto un cielo cremisi, settimo capitolo della saga dedicata ai due ragazzacci più
politically uncorrect della letteratura moderna a stelle e strisce. In Italia il romanzo cambia editore, ora Fannucci, rispetto ai sei episodi precedenti e si nota la prima pecca: la traduzione. Sembra infatti che in Einauidi i traduttori avessero ben digerito l'essenza della prosa di Lansdale, il suo stile asciutto e (decisamente) colorito, mentre Luca Conti sembra un po' a disagio, trasmettendolo al lettore. Certo, l'impressione è tale, non è certezza: probabilmente il senso di disagio nell'affrontare questa nuova avventura della nostra amata coppia di
attira rogne nasce da una cerca stanchezza nella trama... la storia infatti ha alti e bassi e a tratti è esagerata: quasi che Lansdale per servire un
Bad Chili piccante abbastanza per il suo pubblico finisca per strafare. L'incipit è simile a quello di
Rumble Tumble: ai
ragazzi, a cui incredibilmente nessuno ha sparato negli ultimi tre mesi, viene chiesto - in questo caso dall'amico ed ex poliziotto Marvin - di recuperare Gadget, la figlia, dalla roulotte in cui vive con un manipolo di piccoli spacciatori. Hap e Leonard non si fanno pregare: in quattro e quattro otto (cazzotti) la ragazza è in macchina e gli spacciatori... spacciati. Solo che il gioco in cui si ritrovano invischiati è ben più grosso di quanto non paresse inizialmente. La storia diventa così un'escalation - ma sempre un po' stanca e trita secondo il mio modesto parere - di colpi di scena (e di fucile) fino ad un rocambolesco finale che... non scrive la parola fine, ma impenna ulteriormente per una chiusura decisamente esagerata anche per chi - come me - con Hap e Leonard ci andrebbe in vacanza. Speriamo che il nuovo capitolo,
Devil Red, ci riporti in pace con tutti!
Stanco!