Cosmopolis
di Don DeLillo (2003)
Penso che per definire la narrativa di DeLillo con una sola parola, di quelle che servono a etichettare le correnti letterarie, potremmo usare un neologismo: post-postmoderna. Per i non delilliani (come me), che non sono abiutati a tutto ciò che concerne la complessità e lo sperimentalismo dello scrittore americano, è sempre difficile addentrarsi in un suo romanzo. Ma, inevitabilmente, che lo si voglia o no, delilliani o meno, ci si ritrova risucchiati in un altro mondo, che poi è il nostro, ma alla maniera di DeLillo. Si sprofonda lentamente nella vicenda e non si può far altro che andare avanti, non c’è tempo per tornare indientro. Cosmopolis si svolge tutto nell’arco di una giornata, nella grande mela, nel cuore di Manhattan, Nell’anno 2000, un giorno di aprile (recita la prima pagina). Eric Packer è un giovane baluardo della finanza, ricchissimo e cinico, che potremmo definire un alienato, almeno quanto il contesto in cui si muove. Una limousine, bianca, lunghissima e supertecnologica, l’ambientazione entro cui si svolge quasi tutta la vicenda. Spinto dalla banale necessità di tagliarsi i capelli, Eric dovrà affrontare il caos della città, a cui assisterà principalmente dal finestrino della limousine. Il traffico è bloccato a causa di una serie di eventi che si svolgono nell’arco della giornata, il presidente è in città, infuria una protesta no global, si celebra il funerale di un famosissimo rapper, Eric finisce in un rave party e poi in un grottesco set di un film. Gli altri personaggi della vicenda sono quasi tutti marginali, ma sono un essenziale contorno per la vicenda di Eric, che, mentre in macchina cerca di imboccare qualche avenue, è ossessionato dal gioco in borsa, che sta perdendo a causa dell’elevato valore dello yen. Ogni tanto esce dalla macchina per qualche pasto al volo con la moglie, una giovane e casta poetessa, o per l’incontro con qualche amante, sempre tallonato dalle fedeli guardie del corpo. Anche all’interno dell’auto superaccessoriata accade l’impensabile, come una vera e propria visita medica con tanto di lettino, e una scopata platonica con una sua sottoposta, che ha fatto salire mentre faceva jogging. Ma tutti questi incontri sembrano fargli sviluppare una sorta di misantropia, e cerca di ossessionare tutti con argomenti filosofici e poetici, che sono sempre al centro delle sue deliranti, quanto inquietanti riflessioni. E’ conscio che il suo gioco in borsa si sta rivelando un totale fallimento, è pervaso anche da una crisi di identità, e tutto sembra cominciato da quella mattina, a causa delle precedenti notti insonni e della presa di coscienza che non vede più poesia in ciò che lo circonda. E come se non bastasse, la sua vita è in pericolo, perché un’altra mente malata, in preda ad una paradossale e allucinante crisi, vuole ucciderlo. E’ difficile tracciare uno scenario di questo giorno di ordinaria follia post-postmoderno, in cui non manca la resa dei conti, dove assassino e vittima si incontrano, ed è il punto di maggior phatos del romanzo. Attraverso intricati problemi esistenziali posti da entrambe le parti, che sembrano mischiare le carte, creano confusione e delirio, e non si sa più quale sia il carnefice e quale la vittima, non se ne riconosce più il senso. Entrambi sono in crisi, non si capisce se preferiscano vivere o morire. “Anche quando ti autodistruggi, tu vuoi fallire di più, perdere di più, morire più degli altri, puzzare più degli altri. Nelle antiche tribù il capo che distruggeva la maggior quantità dei propri beni era il più potente.”
La critica anglosassone non è stata molto comprensiva con questo romanzo, anzi, pare che non l’abbia proprio capito, ma è stato presto rivalutato nel corso di questi anni come uno dei migliori quadri contemporanei pre-Torri gemelle. Devo ammettere che non è semplice cogliere l’essenza di tutta la vicenda. Insomma, se già masticate un po’ di DeLillo, sarete sicuramente avvantaggiati e soddisfatti.
GIUDIZIO: WW
Perchè recensire un romanzo uscito nel 2003? Semplicissimo, perchè dalla fine di maggio 2011 sono iniziate le riprese per la trasposizione cinematografica proprio di Cosmopolis! Diretto dal regista canadese David Cronenberg, e interprato da Robert Pattinson. Aspettiamo con ansia l'uscita italiana!
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