Umiliazione, L'
di Philip Roth (2010)
Immaginate di essere un attore teatrale con un importante e intensa carriera alle spalle, avete sessantacinque anni, felicemente sposati, e il teatro è ancora la vostra passione nonché la vostra fonte di sostentamento. Fin qui tutto facile no? E se di botto, senza sapere come né perché, il vostro talento viene a mancare? Quindi, ora siete un attore teatrale fallito di sessantacinque anni, che, senza sapere perché ha perso la capacità di recitare. Vi siete immedesimati? Se l’avete fatto, vi trovereste nella stessa situazione di Simon Axler, il protagonista di questo romanzo. Uomo di successo, grande interprete teatrale, maestro, ora non è più nulla di tutto ciò. “Aveva perso la sua magia.” Questa la frase che apre il romanzo. E di conseguenza aveva perso la fama, la notorietà, e infine il suo pubblico. Non passò molto tempo perché perdesse anche la moglie. Da qui inizia una scalata verso il basso, di un uomo che ha perso tutto, ma soprattutto che non può più contare sulle proprie capacità. Non cerca neanche di andare alla radice del problema per cercare di risolverlo, perché sa che è una battaglia persa in partenza, ha perso qualcosa di fondamentale dentro di lui, e non vi è alcun rimedio. Deve ricominciare da zero, farsi una nuova vita, e noi assistiamo a questo disperato tentativo, condotto con un’inquietante e apparente lucidità, dopo i primi mesi passati in un ospedale psichiatrico. In qualche modo deve riempire il vuoto che si è creato dentro e fuori di lui, e trova una donna, non l’amore, e con lei una lunga serie di perversioni sessuali che possano distrarlo e tenergli la mente e il corpo occupati. Quello che stupisce della narrazione sono i toni drammatici ma mai disperati della vicenda, l’ex attore non finisce per strada dopo il suo fallimento, e per quanto possibile, tenta di mantere una certa integrità. Ed è proprio questo che lo mette nel sacco, l’illusione di continuare a condurre la stessa vita che aveva prima, senza tutto quello che aveva prima. La consapevole presa di coscienza si trasforma in incoscienza, perché non sa più cosa aspettarsi dal destino, dai rapporti umani, e tenta approci che mai prima aveva provato. Umiliato dal destino, umiliato dalle persone che lo circondavano e da quelle che frequenta ora, umiliato da sé stesso per non aver saputo trovare una soluzione alla sua improvvisa mancanza.
In poco più di cento pagine, Roth ci racconta il percorso di un uomo che, schiacciato dal destino e da sé stesso, cerca di affrontare con lucidità quello che gli resta da vivere, una lucidità che forse è solo un modo per consolarsi, per illudersi, che non sia successo niente.
State ancora provando a immedesimarvi? Impossibile.
GIUDIZIO: WW
Ne verrebbe fuori un drammatico coi fiocchi! Ho dei dubbi per la regia, ma se Axler è interpretato da Anthony Hopkins e Pegeen da Jessica Alba, allora il gioco è fatto!
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