Venuto al mondo (F.N.)
di Margaret Mazzantini (2008)
A sei anni di distanza dal Premio Strega conquistato con Non ti muovere, torna Margaret Mazzantini con un altro romanzo duro, crudo, straziante, un romanzo denso di sangue e di lacrime, di gioia e dolore, un romanzo che è un ciclo vitale, dove nascita e morte si rincorrono, si accavallano, si avvinghiano. Gemma ha cinquant'anni, un marito tranquillo ed amorevole - Giuliano - ed un figlio adolescente, Pietro. I piani della famiglia per le vacanze estive ormai alle porte vengono stravolti da una telefonata che torna a sollevare polvere dalle macerie di un passato mai dimenticato: Gojko, poeta bosniaco conosciuto durante le Olimpiadi invernali del 1984, invita Gemma a Sarajevo. A breve si terrà una mostra per ricordare l'assedio della città durante la guerra che sconvolse i Balcani: tra le opere esposte ci saranno anche degli scatti di Diego, il fotografo di pozzanghere, lo smilzo genovese giramondo che fu il grande amore della prima vita di Gemma, il padre di suo figlio. La donna - d'impulso - decide di partire, trascinando con sè un recalcitrante Pietro. Il primo passo sul suolo sarajevita sarà per Gemma un doloroso tuffo nel passato, a quel lontano 1984, al colpo di fulmine coinciso con l'incontro con Diego, alla nascita del loro amore, alla dolorosa ricerca di un figlio che non voleva arrivare, allo scoppio del conflitto che stravolse la terra che li aveva fatti incontrare, fino ai terrificanti mesi vissuti nella capitale bosniaca durante l'assedio. I ricordi invadono le oltre 500 pagine del romanzo con la potenza di una piena, da cui Gemma riemerge nel presente solo di quando in quando, per prendere fiato, e farsi nuovamente sommergere dal fiume d'emozioni ormai senza controllo. Ne emerge una storia a tinte forti, in cui amore e odio, speranza e disperazione, gioia e dolore sono facce della stessa medaglia e basta un soffio di vento perchè l'una abbia la meglio sull'altra. E questo vale tanto per i singoli, quanto per interi popoli: quelli che hanno subìto le più terrificanti atrocità a pochi passi da un occidente indifferente, disinteressato, abulico. Venuto al mondo non è un romanzo che scorre velocemente, talvolta ci raggiunge alla bocca dello stomaco come un pugno, spesso lascia un senso di disagio ed amarezza, richiedendo una pausa dalla lettura. La prosa - eccellente, ma spesso ampollosa - della Mazzantini non facilita il compito al lettore, ma alla fine non può che lasciare soddisfatti, sebbene sfiniti... Doloroso!
GIUDIZIO: WW 1/2
C'è da scommettere che Castellitto, marito della Mazzantini, stia già pensando - come accaduto con Non ti muovere - alla trasposizione cinematografica di Venuto al mondo... e sono certo che sarà un altro successo!
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