American Gods
di Neil Gaiman (2002)
Le grandi migrazioni di popoli hanno conseguenze ed impatti enormi, spesso imprevedibili: ma quelli di cui Shadow - protagonista di questo originale American Gods - sta per venire a conoscenza superano di gran lunga qualsiasi fantasia. Finito in galera dopo aver picchiato a sangue due rapinatori di banca, per i quali aveva fatto da autista e che avevano cercato di fregarlo, Shadow torna nel mondo in modo traumatico. Tre giorni prima della fine della pena viene convocato nell'ufficio del direttore del carcere: uscirà immediatamente per poter assistere al funerale della moglie Laura, morta in un incidente d'auto insieme al migliore amico della coppia, Robbie, di cui era diventata l'amante. Rimasto contemporaneamente senza affetti e senza lavoro - Robbie gli aveva assicurato un posto come istruttore nella sua palestra - Shadow finisce per accettare il posto offertogli dal misterioso Mr. Wednesday, un anziano truffatore incontrato casualmente sul volo di ritorno verso casa. Dotato di fisico possente e di carattere condiscendente, Shadow è la guardia del corpo perfetta per spalleggiare l'uomo nel compimento della sua missione prima che scoppi la tempesta. Pian piano l'ex galeotto verrà a scoprire che Wednesday altri non è che Odino - somma divinità dell'olimpo celtico - impegnato a reclutare il maggior numero di antichi déi per poter fronteggiare la tempesta, ovvero la battaglia per lo sterminio finale mossa contro di loro dalle nuove divinità moderne: internet, denaro, televisione, carte di credito... Questi, decisi a prendere il totale sopravvento, conquistare l'America e l'anima dei suoi abitanti, hanno infatti deciso di eliminare definitivamente i loro antichi predecessori giunti nelle nuove terre con le migrazioni dei popoli che li adoravano e lentamente dimenticati, decaduti, umiliati, costretti dall'oblio degli uomini a viver come loro. Il romanzo - che parte da un'idea decisamente affascinante - si sviluppa più che altro in una lunga road novel a zonzo per il Midwest americano più squallido ed umile, nell'avvicendarsi - tra reale e suo dietro le quinte - di un'infinità di personaggi più o meno grotteschi, nel dilemma che divide il diafano Shadow tra ritrovare un motivo per vivere o scovare una scusa per morire. A tratti piuttosto lento, ma mai noioso, American Gods è una lettura intrigante sebbene intorpidita da una sorta di pesantezza onirica della quale il lettore fatica a liberarsi fino alla fine: non fa eccezione nemmeno l'epilogo, che svela il grande inganno pur senza ricorrere a fuochi d'artificio o grandi colpi di scena. Oppiaceo!
GIUDIZIO: WW
Un film ispirato ad American Gods ha la necessità assoluta di esser diretto ed interpretato da grandi professionisti. Ideale alla regia David Cronenberg. Nei panni di Shadow - grazie ad un che di vacuo nel volto - potrebbe calarsi Daniel Craig, mentre in quelli di Odino sognerei il mitico Jack Nicholson.
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