Scopa del sistema, La
di David Foster Wallace (1987)
Titolo che normalmente non attirerebbe un lettore ignaro del nome dell'autore, perchè apparentemente privo di significato. Ha invece un effetto calamita su chi, come me, conosce la maestosità dell'autore, ed è attratto da titoli particolari, il cui significato lo si conosce solo leggendo il libro, e voglia iniziare a conoscere lo scrittore proprio dal suo esordio. Esordio avvenuto a soli ventiquattro anni, che pone la sua base nella seconda tesi di laurea dell'autore, in letteratura inglese. La nostra protagonista è Ms Leonore Beadsman, una ragazza particolare, con varie ossessioni, influenzata dalle lezioni che fin da piccola gli impartiva l'omonima bisnonna, conoscitrice, nonchè estimatrice del filosofo e logico austriaco Wittgenstein. Leonore lavora come operatrice telefonica per la prestigiosa casa editrice Frequent&Vigorous, e viene coinvolta nella misteriosa sparizione della bisnonna dalla casa di riposo insieme ad altri venticinque pazienti. La ricerca della bisnonna, coinvolge gran parte dei familiari di Leonore, tra cui il padre, che sta a capo della Stonecipheco, compagnia che produce alimenti per bambini (che aumentano la precocità nel parlare e nel ragionare), e il fratello, a cui manca una gamba dalla nascita, rimpiazzata da un'altra di legno, che lui venera particolarmente. Tutta la vicenda è subordinata alle misteriose sparizioni, ma sembra che l'autore invece voglia focalizzare su diversi altri aspetti. La narrazione è tutt'altro che omogenea, frammentata in lunghi dialoghi, pagine di diario, sedute psichiatriche, e racconti scritti da studenti depressi, che verranno scelti per essere pubblicati nella rivista della prestigiosa casa editrice. I dialoghi però, sono fondamentali, poichè guidano la vicenda, mettendo alla luce vari aspetti di molti personaggi, con diversi flashback, permettendoci di conoscerli al meglio. Se non sono i dialoghi a dilettarci, sono le minuziose descrizioni dei luoghi, dei gesti, e dei personaggi. Personaggi e luoghi bizzarri: come Vlad L'imperatore, pappagallo che ripete sermoni della Bibbia, e per questo parteciperà ad uno show televisivo di una rete cristiana, e lo strepitoso e artificiale DIO (Deserto Incommensurabile dell'Ohio). Lo stile narrativo è molto prolisso, infatti troviamo periodi che arrivano ad esser lunghi una pagina se non di più. L'influenza della laurea in filosofia dell'autore si fa sentire, soprattutto nei complessi e intricati ragionamenti dei personaggi, si fà sentire anche grazie a vari sillogismi e antinomie, che non avrei mai capito se non avessi seguito un "corso di logica". David Foster Wallace, sarebbe stato un validissimo rivale di Chuck Palahniuk, se non fosse per la sua morte prematura (si è suicidato lo scorso 12 settembre 2008), entrambi scrittori contemporanei americani. Ci sono tante analogie quante sono le differenze fra i due, come le trovate geniali, e un umorismo a cui è difficile non fare caso. Lo stesso non si può dire dello stile, dato che C.P. ha intrapreso la scuola "minimalista", mentre Foster Wallace è stato definito come "colui che uccise il minimalismo". Così uguali, eppure così tanto opposti. Entrambi critici riguardo alla società, anche se nell'uno la critica la si intuisce fra le righe, mentre nell'altro viene sbattuta in faccia in modo originale e molto esplicito. Non dimentichiamo che entrambi sono accomunati da una straordinaria coincidenza, sono nati tutti e due il 21 Febbraio del 1962! Che Dio non abbia voluto far nascere due geni nello stesso giorno dello stesso mese e dello stesso anno, e li abbia inviati per rivoluzionare la letteratura americana?
GIUDIZIO: WWW
La trasposizione in pellicola darebbe un buon risultato, ormai siamo abituati a film che iniziano dalla fine della trama, stracolmi di flashback, di scene sconnesse fra loro, che non seguono un ordine cronologico...L'enorme presenza di dialoghi e di scene alquanto singolari mi farebbe pensare subito a lui..Quentin Tarantino! Anche se, mi dispiace Quentin..niente sangue!
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