Trainspotting
di Irvine Welsh (1993)
Romanzo trasgressivo: droga, sesso, violenza. I tre punti cardine su cui ruota tutta la vicenda, un estratto della vita di un gruppo di ragazzi qualunque di Edimburgo, i quali poco si aspettano dalla vita, poco pretendono da essa, e poco fanno per preservarla. Ognuno di questi ragazzi, con la propria storia e la propria reputazione, trova un modo diverso per sopravvivere, ma sempre oltre ogni legge: morale, civile o sociale che sia. Ogni scusa è buona trasgredire ad ognuna di queste, qualsiasi cosa possa permettergli d'alienarsi per un po' dalla realtà, dalla loro vita quotidiana è benvenuta: che sia una dose di eroina, un pò di soldi, il piacere o il semplice dolore fisico poco importa. Regna il menefreghismo assoluto, accompagnato da un umorismo cinico e raramente da affetti e sentimenti fraterni. L'esordio dello scrittore scozzese, ci rivela un romanzo dissacrante e inconsueto, con un linguaggio sboccato, colloquiale, quotidiano, facendo parlare a turno i ragazzi e le ragazze che fanno parte del gruppo. Ognuno racconta in prima persona, usando un linguaggio diverso e facendoci capire la propria visione del mondo e del prossimo. La scenografia della vicenda è molto varia e spazia un pò per tutta la Gran Bretagna dimostrandoci la minuziosa conoscenza dell'autore riguardo al proprio paese. Ogni scena è particolare, ma non sempre coinvolgente, la lettura presenterà dei picchi di stupore o di disgusto, ma avrà anche effetti soporiferi. Sparsi nella narrazione si troveranno i vari "dilemmi del drogato", vere e proprie riflessioni, poco razionali ma incisive. Nel contesto, sono presenti divagazioni filosofiche riguardanti la depressione e il pessimismo, che oggi possono sembrare scontate, ma quindici anni fa non erano molto diffuse, soprattutto nel rapporto fra droga e vita (in un passaggio è accennata la teoria della scelta di Kierkegaard!). Tutto questo se vi sentite di stare con delle persone che vivono ogni giorno, sperando che...non sia l'ultimo!
GIUDIZIO: WW 1/2
Danny Boyle ha aspettato solo tre anni per trasformare il romanzo in pellicola, lanciando la carriera di Ewan McGregor. L'attinenza al romanzo c'è, ma è scarsa data la vastità della trama.
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