Breve favolosa vita di Oscar Wao, La
di Junot Diaz (2008)
Premio Pulitzer 2008, La breve favolosa vita di Oscar Wao (edito Strade Blu Mondadori) è un romanzo divertente, emozionante ed enormemente dissacrante. Si rifà infatti idealmente a quel filone "caraibico" di grandi saghe che affonda le sue straordinarie e solidissime radici in un mostro sacro della letteratura moderna: Gabriel Garcìa Màrquez. Certo, molto cambia: qui il caribe è rappresentato ad esempio dalla Repubblica Dominicana e non dalle coste colombiane; l'azione si svolge non a cavallo tra il XIX e XX secolo ma in era più moderna, dagli anni '40 alla fine degli anni '90 del secolo scorso, con tutte le contaminazioni linguistico-culturali del caso. Eppure l'epopea della famiglia Cabral mantiene - in versione rimodernata - tutti i sapori originali del grande autore di capolavori quali L'amore ai tempi del colera: ironia, tragedia, gusto per il grottesco, contaminazioni sovrannaturali, interventi sciagurati di potenti dittatori nelle piccole cose della gente comune... Il centro della scena è occupato da Oscar Cabral, apparentemente l'unico dominicano antignocca del creato: al contrario di tutti - a quanto pare - i suoi connazionali, lui è obeso, brutto, totalmente privo di fascino nei confronti del gentil sesso, timido e sgraziato. Questa dannazione - che probabilmente fa parte del fukù (malocchio) di famiglia - lo porta ovviamente a chiudersi in sè stesso e nell'amore smodato per libri e film di fantascienza, fumetti Marvel e DC, giochi di ruolo tipo Dungeons & Dragons. Sua madre, l'uragano Beli, non è certo di grande aiuto: bella come una statua greca - con in più in dotazione un'ottava di reggiseno - la donna è votata al lavoro duro, ma manca totalmente di dolcezza materna e non manca mai di esprimere al ragazzo il suo disprezzo. Solo l'affetto della sorella Lola riesce ad essere di qualche conforto per il giovane nerd, che riuscirà così a non abbandonare mai il suo sogno: trovare l'amore! Quella di Oscar - emigrato ad appena due anni con Beli e Lola in New Jersey - sarà una lunga caccia al tesoro (all'amore, ma anche alla propria identità), irta di difficoltà ed umiliazioni, intervallata nel racconto da lunghe panoramiche sulla storia della famiglia Cabral... Un romanzo accattivante, critico, acuto e divertente - come dicevo - che scorre via in un battito di ciglia, se non fosse per l'eccessiva, quasi ossessiva montagna di riferimenti a libri, film, fumetti di fantascienza a cui Diaz si rifà nel corso della narrazione: certo è che - però - in questo modo fotografa al meglio la nerditudine e l'universo di riferimento (=il rifugio dalla realtà) del protagonista. Cronaca di una sorte annunciata!
GIUDIZIO: WW 1/2
Non semplicemente filmabile, la pellicola ispirata al romanzo di Junot Diaz potrebbe rappresentare una stimolante sfida per gli emergenti registi centramericani da Alejandro Gonzalez Inarritu ad Alfonso Cuaròn o Guillermo del Toro...
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