Gang bang
di Chck Palahniuk (2008)
Chuck Palhaniuk sta alla letteratura come Quentin Tarantino sta al cinema: entrambi geniali, sregolati, innovativi e dissacranti sono accomunati anche dalle alterne fortune di cui godono ed hanno goduto le loro produzioni. Se infatti è vero che sia i romanzi del primo sia i film del secondo possono essere ingabbiati in un genere che vien facile definire pulp, è altrettanto vero che da tale genere i due non riescono a liberarsi - nè possono permettersi di farlo: ecco che allora finiscono entrambi per cadere nel cliché, nello stereotipo di se stessi. Tanta è l'aspettativa del pubblico e della critica - "Chissà questo cosa ci combinerà adesso!!!" - che pur di stupire, pur di colpire a fondo, pur di far parlare di sè - bene o male, poco importa - diventano entrambi eccessivi, strabordanti, esagerati e, di conseguenza, innaturali, lontani dal sè degli esordi. Certo, per Tarantino - personaggio più mediatico ed impattante vista anche la natura del suo lavoro - è più semplice passare per simpatica canaglia e ragazzaccio a cui tutto si può perdonare: ricordiamoci che un film - anche se di livello piuttosto basso - richiede il sacrificio di nemmeno due ore di tempo, mentre un libro richiede all'uomo medio alta concentrazione e per lo meno qualche giorno di lettura... questa differenza, nella società fast-food in cui viviamo, non è poca cosa. E' forse anche per questo, oltre che per non cambiare idea sul suo genio, che con Palhaniuk avevo deciso di chiudere dopo il non esaltante Ninna nanna ed il decisamente negativo Diary... All'uscita di Gang bang (edito Strade Blu Mondadori) non ho però saputo resistere. Cassie Wright, una pornodiva sul viale del tramonto, decide di passare alla storia battendo il record mondiale di gang bang e documentando il tutto su pellicola: in un solo giorno verrà penetrata da 600 volontari. Ma il suo intento è anche quello di morire durante le riprese del film (da cui il titolo originario dell'opera Snuff, la cui "traduzione-non traduzione" per l'edizione italiana lascia piuttosto perplessi) in modo tale che le polemiche accese nell'opinione pubblica impediscano nuovi tentativi da parte di sue colleghe. In questo modo il record vivrà in eterno, il DVD relativo diventerà un cult movie del genere e - soprattutto - Cassie potrà lasciare in eredità al figlio dato in adozione alla nascita una montagnadi soldi, lenendo un po' il suo senso di colpa. Tutte le oltre 200 pagine del libro si svolgono in un enorme capannone nel giorno delle riprese, gli eventi vengono narrati dal punto di vista di 4 personaggi: Sheila - assistente di produzione e factotum di Cassie, e tre volontari che vogliono lasciare un'impronta nella storia, il N° 72, il N° 137 ed il N° 600. Diverse sono le ragioni che hanno portato i tre uomini al talamo di Cassie: 72 è convinto di esserne il figlio dato in adozione; 137 è un attore di telefilm caduto in disgrazia che cerca di tornare alla ribalta come "Il cazzo che ha ucciso Cassie Wright"; mentre 600 è un vecchio attore porno, proprio colui che tanti anni prima cambiò la vita di Cassie, trasformando un'innocente ragazzina in una pornodiva. Dialoghi serrati, aneddoti assurdi su svariate star del cinema, dosi abbondanti di particolari raccapriccianti sulla pornografia vista da dietro le quinte fanno di Gang bang un'opera che riappacifica parzialmente con Palhniuk: il romanzo è scritto bene, è carico di critica sociale tagliente anche se non abrasiva come in passato, è piuttosto fuori dal comune... insomma ha molti ingredienti gustosi, anche se il sapore di fondo è già noto... sa molto di Palahniuk, di quel meccanismo ormai conosciuto di costruire trame e colpi di scena ambientati nelle fogne dell'animo umano, cui manca però del sale, quella manciata abbondante d'originalità ed innovazione a cui opere come Fight Club, Soffocare o Survivor ci avevano abituati. Discreto (ma non troppo)!
GIUDIZIO: WW
Fare un film su Gang bang senza sfociare nel genere porno non è cosa semplice, ma fattibile. Nei (pochi) panni di Cassie Wright vedrei benissimo Kim Basinger.
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