Shantaram
di Gregory David Roberts (2005)
Gregory D. Roberts (nato Gregory John Peter Smith) sembra il personaggio di un romanzo di Wilbur Smith, un'invenzione, un capriccio della fantasia. Pensare che un'esistenza come la sua sia davvero stata vissuta lascia a bocca aperta chiunque abbia il coraggio di affrontare le quasi 1.200 pagine di Shantaram, dedicato oltretutto solo ad un decennio delle sue peripezie. Studente di filosofia in Australia, Roberts fece parte del movimento studentesco promulgando idee molto radicali, di forte impronta anarchica. Dopo un periodo relativamente quieto e borghese, il fallimento del suo matrimonio e la morte della figlioletta lo sprofondano nella disperazione più nera, fino alla dipendenza dall'eroina. Per potersi bucare inizia a compiere rapine a mano armata, diventando il ricercato numero uno dello stato di Victoria. Catturato dalla polizia nel 1978 viene condannato a 23 anni di reclusione, commutati poi in 19, da scontare nel più duro carcere di massima sicurezza del continente, dove verrà più volte torturato dalle spietate guardie carcerarie. Nel 1980 riesce ad evadere in pieno giorno scavalcando il muro d'ingresso della prigione - quasi un gioco di prestigio - e svanisce nel nulla. In Shantaram lo incontriamo, ventottenne e con un nuovo nome (Lin), al suo sbarco a Bombay, scelta casualmente come prima tappa della sua latitanza e destinata a diventare la sua casa per quasi dieci anni. L'incontro con l'India e gli indiani è per Lin folgorante, quasi una rinascita: l'amicizia col gioviale e disarmante Prabaker lo cambierà profondamente, soprattutto dopo aver passato sei mesi nel villaggio natale di quest'ultimo - sperduto nel cuore dell'India - dove gli verrà dato un nome indiano: Shantaram (Uomo di Pace). Al ritorno a Bombay decide di abbandonare l'alberghetto dove viveva per trasferirsi in uno slum (baraccopoli), trasformando la propria baracca in un ambulatorio per i suoi poverissimi abitanti. La catarsi sembra completa quando in lui torna a sbocciare l'amore per una donna - la bellissima e tagliente Karla - sebbene il suo lato oscuro sia sempre in agguato. La corruzione fatta sistema nella società indiana gli costa un'incarcerazione per uno sgarro fatto ad un potente personaggio della città: i quattro mesi di prigionia per poco non gli costano la vita a causa della malnutrizione e dei continui pestaggi delle guardie. Viene liberato appena in tempo su ordine di un potente capo della mafia locale, l'afghano Khaderbai Khan, conosciuto qualche tempo prima e diventato per Lin quasi una figura paterna. Per natura, oltre che per gratitudine, Lin entra nell'organizzazione gestita dal boss, iniziando a trafficare oro al mercato nero, passaporti contraffatti e quant'altro, fino a partecipare ad una missione in Afghanistan per rifornire di armi i mujahideen in guerra contro gli invasori russi. Unitosi alla lotta dei combattenti afghani, viene infine ferito in battaglia e trasportato dai suoi compagni oltre il confine col Pakistan, per poi tornare a Bombay e provare a riprendere tra le mani la vita che aveva iniziato al suo arrivo in città, che però sembra ormai essere lontana da lui quanto un ricordo, quasi un rimpianto. Un'epopea scritta molto bene anche se spesso in stile eccessivamente pomposo e ricercato, quasi artefatto, una serie tanto lunga ed intensa di vicende in grado di appassionare il lettore, di non fargli pesare la lunghezza del racconto, un romanzo (edito Neri Pozza) da leggere per capire come in chiunque di noi possano coesistere persone tra loro tanto diverse da lasciare esterrefatti... spesso è quel che ci accade nella vita a decidere chi diventeremo. Epico!
GIUDIZIO: WW 1/2
Il film ispirato a Shantaram è ormai in uscita, prodotto ed interpretato nientemeno che da Johnny Depp. Per chi fosse curioso di sapere cosa successe a Roberts dopo l'India due rapide notizie: si trasferì a Francoforte, dove fu individuato e arrestato. Rimpatriato finì di scontare la sua detenzione in carcere dove iniziò a scrivere e ri-scrivere Shantaram: le prime due edizioni infatti - di 600 pagine - gli furono distrutte dalle guardie in prigione. Ora è libero e gode di fama mondiale.
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