Spingendo la notte più in là
di Calabresi Mario (2007)
Mario Calabresi è nato come me nella primavera del 1970. Le nostre storie potevano essere simili, storie di bambini cresciuti nella Milano di piombo stretta nella morsa dei moti proletari che - tra cortei ed attentati - hanno generato incubi, paure ed angosce come il lupo cattivo di Cappuccetto Rosso aveva fatto coi nostri nonni. Ricordo bene le gambizzazioni dei dirigenti d'industria, ricordo altrettanto bene la pistola in compagnia della quale mio padre andava e veniva dall'ufficio, ricordo fin troppo bene - perchè ancora a volte la rivivo nei miei incubi - la morsa di terrore con cui aspettavo il suo rientro a casa, quei minuti col fiato sospeso che separavano l'apertura del cancello di ferro dei box dal rassicurante girare della chiave nella toppa di casa... Avremmo potuto avere anche questo in comune, io e Mario Calabresi, se qualcuno non ne avesse stroncato l'infanzia riempiendo di piombo la schiena e la nuca di suo padre, il commissario Luigi Calabresi, additato da molti esponenti della sinistra di allora e poi condannato dalle BR come reponsabile della morte di Giuseppe Pinelli, nonostante la chiara e netta dimostrazione che lui, con il volo dell'anarchico dalla finestra della questura centrale di Milano, non avesse niente a che fare. E' un libro emozionante e commovente questo Spingendo la notte più in là (Strade Blu Mondadori), è un racconto accorato ma mai gridato, sofferto ma mai lacrimevole, duro ma mai rancoroso: è uno specchio dell'Italia, paese in cui esiste il pudore del dolore, non quello delle idee... e allora chi ha sofferto e ancora soffre a causa di quelle che venivano chiamate bande armate è rimasto senza voce, costretto ad ascoltare gli schiamazzi mediatici di chi gli ha assassinato il padre, il marito, il fratello. E' un monito a reagire, a ricordare, a cambiare, questo sfogo d'inchiostro, questo grido nel silenzio di Mario Calabresi. E' la polaroid di un ferita collettiva questo libro, raccontata attraverso il lungo stillicidio di un dolore privato - quello di una giovane vedova e dei suoi tre bambini; è un'immagine che dobbiamo studiare con attenzione, sulla quale dobbiamo riflettere. Perchè pensando alle vittime di quel terrorismo, di tutti i terrorismi non si può non pensare "...a cosa ci è stato rubato, a quello che avrebbero potuto darci. Alle occasioni che il terrorismo ha tolto al nostro Paese". Ad memoriam.
GIUDIZIO: WWW
Un docu-film tratto da Spingendo la notte più in là è non solo auspicabile, ma necessario per far comprendere al grande pubblico quale sia il contraltare del - per certi versi romantico - terrorismo ideologico, del quale stiamo vivendo in questi anni una tragica recrudescenza.
|