Misura del mondo, La
di Daniel Kehlmann (2006)
Un viaggio agli albori di quell'irrefrenabile accelerazione cognitiva che - negli ultimi due secoli - ha fatto fare impressionanti balzi avanti al genere umano: la scienza. Kehlmann ripercorre le vite di due grandi menti teutoniche vissute nell'ottocento - Alexander von Humbolt e Friedrich Gauss - due uomini antitetici tra loro eppure del tutto simili, quasi una sola cosa. Ricco rampollo di una famiglia nobile, misogino, instancabile viaggiatore, socievole, ossessionato dalla misurazione di ogni centimetro delle terre che andrà a calpestare con le proprie suole il primo; di famiglia umile, con un forte debole per il gentil sesso, refrattario agli spostamenti ed ai rapporti umani, dotato di un'intelligenza intuitiva ed universale il secondo. L'unica cosa che li accomuna è la necessità di togliere il velo del mistero che ancora copre il mondo, la natura, l'universo. Un excursus molto piacevole, interessante, a tratti divertente che ci riporta indietro di duecento anni, facendoci capire come invece da allora ne sembrino passati duemila: le scoperte, le intuizioni, le teorie che questi due illuministi tedeschi hanno regalato al mondo hanno aperto le porte ad un progresso scientifico che ha finito - nel giro di poco più di un secolo - per portare l'uomo sulla Luna. Ma accanto al lato scientifico de La misura del mondo, spicca - ed è il maggior pregio del romanzo di Kehlmenn, edito Feltrinelli - la descrizione dei due protagonisti, dei loro caratteri così diversi, delle loro fisime, delle loro paranoie e fissazioni, dei loro incontri e scontri, dell'apparente impossibilità di andare d'accordo che invece sfocia nella fine del romanzo in una vicinanza tanto intima da far credere alla possibilità di comunicare telepaticamnte tra i due... Questo aspetto del libro finisce per regalarci un affresco se non veritiero, per lo meno molto realistico degli uomini che si nascondevano dietro all'immagine giunta fino a noi, quella dei pionieri, degli innovatori, dei geni della scienza moderna. Affascinante.
GIUDIZIO: WW
Se La misura del mondo dovesse diventare un film vedrei benissimo Vincent Cassel nei panni di Gauss e Sergio Rubini in quelli di von Humboldt.
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