Lontano dal paradiso
di Anuradha Majumdar (2006)
Casa Mira, nel cuore di Londra, è un porto di mare che ospita - per decisione di Miss Brenda, padrona di casa indiana e materna - giovani artisti provenienti da tutto il mondo. Eccezione: il vecchio Casper, misterioso e taciturno anziano di cui nessuno sembra sapere nulla. Jonathan Ferry (Eurospazz per Miss Brenda, essendo francoamericano e quindi per metà europeo e per metà spazzatura) è un inquieto trentenne, attore e scrittore, che vive in un monolocale di Casa Mira con Milton, grosso micione fulvo e vero e proprio ras del quartiere; tutte le mattine, al risveglio, Jonathan rivive come in un film la stessa identica scena da quando aveva 15 anni, senza capirne la ragione: è parte di una storia che gli fu raccontata in India da un mistico, una stori che narrava di un giovane pilota della RAF in missione segreta precipitato durante la seconda guerra mondiale nella foresta dell'Assam, in India, e scomparso nel nulla. Le visioni lo perseguitano con tale insistenza, tanto vivide e realistiche da esser diventate una vera ossessione, di più, un progetto di vita: girare un film su quella storia! Una serie di vicissitudini lo porteranno a partire per il continente indiano alla scoperta di quanto sia veramente accaduto a quell'aereo ed al suo pilota scomparso, ma in effetti alla scoperta di se stesso. Il suo destino si incrocerà a doppia mandata con quello di svariati personaggi: dallo stesso Casper ad Anjali, giovane giornalista indiana venuta a Londra proprio per intervistare Casper, leggendario protettoro di dissidenti e perseguitati politici indiani; da JJ, suo amico musicista, al mitico Krishnagopal, baul (mistico cantore errante indiano) pluricentenario ed asceta. Su tutte le vicende si poggia lo sguardo felino di Milton, voce narrante fuori campo e reincarnazione dell'autore di Paradise Lost, sorta di nume protettore di Jonathan; divertente, salace, sfrontato e saggio, il gattone è in effetti il protagonista della storia, pur senza mai prendervi parte attivamente. Lontano dal paradiso (Fazi Editore) è un buon romanzo, in cui la scrittura si muove come una macchina da presa: immediata, ricca di panoramiche e soggettive, descrittiva in maniera scarna, senza mai una sbrodolatura di troppo. Peccato solo che da metà libro in poi l'ingresso dell'ascetismo, del messaggio "il paradiso non è un luogo: va cercato dentro di noi!" diventi un po' troppo insistente e ripetitivo, arrivando alla lunga ad annoiare. Nirvana!
GIUDIZIO: W 1/2
Come dicevo la scrittura di Majumdar è molto cinematografica, tanto da apparire a tratti una sceneggiatura. Merita certamente un film, magari non prodotto da Bollywood!
|