Rivelazione
di Peter Moore Smith (2002)
Pilot Aire è schizofrenico, a quanto ricorda lo è da sempre, fin da quando era bambino... la sua testa è spesso assalita da immagini inquietanti: capire se si tratti di ricordi sfocati o deliri scollegati dalla realtà non gli è dato di saperlo. Da almeno vent'anni è tormentato sempre da flash ricorrenti riguardanti Fiona, la sorellina scomparsa e mai più ritrovata: seguendo la flebile traccia delle sue visioni (o rivelazioni che siano) Pilot si ritrova spesso attratto e repulso allo stesso tempo dal bosco dietro la casa dei suoi genitori, dove Fiona lasciò la sua ultima traccia... una scarpina. Pilot non sa se l'immagine di quella calzatura da bambina sia reale o sia una sua ossessione, l'incarnazione di tutto ciò che da vent'anni a quella parte ha letteralmente disintegrato la sua famiglia... e quando prova a parlarne, quando sente che la pressione delle sue visioni rischia di farlo scoppiare, quando rifiuta di rinchiudersi nella zona morta della sua instabilità mentale si trova ad affrontare un nemico ancor peggiore della malattia: il fratello maggiore Eric, celebre neurochirurgo, da sempre dotato di un carattere dominante ed aggressivo. Alle esternazioni di Pilot, Eric risponde con violenza, accusandolo di essere la vera causa della scomparsa di Fiona, della disgregazione della loro famiglia, di essere solo un povero pazzo, un pericoloso visionario... Pilot pagherà a caro prezzo la sua determinazione a mostrare al mondo la verità, a scavare nell'armadio del passato per farne uscire gli scheletri della famiglia Aire, ma sarà forse il primo passo per liberarsi di un trauma infantile che ne ha minato l'adolescenza, che ne ha sgretolato la prima maturità... Scritto molto bene, questo Rivelazione (edito Baldini&Castoldi, oggi divenuta Baldini, Castoldi & Dalai - ecco perchè ha cambiato anche copertina) ha la sua forza e la sua debolezza in un unico elemento: la cura quasi maniacale di Moore Smith nel descrivere i meccanismi alla base della psicologia alterata di Pilot, rappresentato ora come una folle Cassandra che vede bruciare Troia, ora come un aggressivo schizofrenico, ora come un bimbo indifeso e pieno di paure irrazionali per ciò che si nasconde nel bosco... Tutto ciò porta da un lato ad un'accuratezza impressionante nella costruzione della figura di Pilot, tanto che - una volta immersi nel vivo della storia - ci sembra di conoscerlo personalmente, di condividere con lui il tentativo disperato di cogliere la verità, di distinguere il vero dall'immaginario tra cui la sua mente sembra ondeggiare costantemente; dall'altro va a minare la scorrevolezza della lettura, incespicando in tratti descrittivi piuttosto lenti, se non addirittura noiosi. L'epilogo della vicenda appare non impossibile da intuire, una volta arrivati a tre quarti del romanzo, ma anche in quel caso le doti di investigatore dell'animo umano di Moore Smith riescono a tenere comunque alta la tensione. "Schizofrenetico"!
GIUDIZIO: WW
Appartenente ad un filone di thriller in cui gli eventi di sangue appartengono al passato, potrebbe diventare un buon film se la figura di Pilot fosse affidata ad un mago nel ruolo di schizzato... e in questo caso mi esce sempre e solo un nome (scusate la scarsa fantasia...): Edward Norton. E va bene... un'alternativa? Un Brad Pitt d'annata, tipo quello di L'esercito delle 12 scimmie!
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