Burattinaio, Il
di Patrick Redmond (2000)
Solitamente, quando leggiamo "thriller" sul battente di copertina di un libro, immaginiamo un romanzo giallo, condito di sparatorie, inseguimenti, agguati o per lo meno di qualche tipo di violazione della persona... che ne so: un sequestro, un ricatto, una persecuzione coatta che minacci la vita di chi ne è vittima. Naturalmente non si tratta di una regola scritta, ma c'è da dire che spesso e volentieri queste aspettative vengono rispettate appieno. Se devo individuare un merito a Redmond che vada oltre all'estrema fludità narrativa, alla capacità di costruire una trama aggrovigliata e al tempo stesso senza nessun tipo di pecca o punto debole, all'incredibile capacità di descrivere personalità e stati d'animo dei propri personaggi, rivelandoceli poco per volta, di pari passo col dipanarsi della storia...be', potrei dire che questo Il burattinaio (edito Mondadori) è un romanzo che fornisce nuova linfa al thriller piscologico! Anzi, potrei dire che l'autore inglese fonda un vero e proprio genere a sè stante, che potremmo definire power thriller: Michael Turner è un giovane apprendista di belle speranze impiegato nel più prestigioso studio legale della City, convive con l'adorata Becky e la sua vita sembra essere arrivata alla meritata svolta, dopo un'infanzia durissima passata in orfanotrofio in seguito alla morte della madre e all'abbandono da parte del padre. Quando lui e la bella Becky si trasferiscono in un nuovo appartamento nel centro di Londra le cose iniziano a precipitare. Il padrone di casa, il miliardario Max Somerton, si insinua nelle loro esistenze, prendendo sotto la propria ala protettrice Michael, trattandolo come il figlio che non ha mai avuto ed iniziando a rappresentare per Mike il padre che non ha mai potuto avere. Anche Max proviene da Bow, la zona di Londra in cui sorgevano innumerevoli case famiglia per orfani, anche lui ha avuto un passato privo del calore famigliare che avrebbe tanto desiderato: è chiaro che l'intesa tra i due diventi fin da subito perfetta. Tutto ciò appare immediatamente come una minaccia per Becky, abituata a rappresentare il sole attorno a cui la vita del fidanzato gravitava fino ad allora... Le spire dell'affetto di Max si stringono intorno alla vita dei due in modo sempre più serrato, pilotandole a proprio piacimento: il potere ed il fascino del ricco uomo d'affari sono tentacoli capaci di raggiungerli nel più intimo e nascosto dei rifugi - la coppia - rendendo ben presto evidente come un sentimento fondamentalmente puro come l'amicizia possa rivelare degli aspetti imprevedibili, talvolta addirittura fatali. Il burattinaio narra di vicende quotidiane, di quel potere a cui tutti quanti noi dobbiamo piegarci almeno una volta al giorno, ma lo fa in modo sublime, mostrandoci gli estremi a cui l'esercizio del potere stesso possa portare l'essere umano, se nel suo cuore bruciano ancora ferite che ne hanno per sempre modificato il battito. Bellissimo spaccato dell'animo umano, i cui risvolti psicologici sono il fondamento di una suspance che per una volta non si basa su fatti eclatanti, ma sulle conseguenze devastanti che accadimenti all'ordine del giorno possono riversare sulla tranquillità dell'uomo della strada, di uno di noi. Un romanzo che le donne apprezzeranno molto più degli uomini, essendo la strategia del potere qui narrata di stampo molto femminile: subdola ed impalpabile, per nulla eclatante o coercitiva come invece quella maschile. Il finale è un fuoco d'artificio di eventi che, come nodi al classico pettine, finscono per avviluppare i protagonisti in inestricabili destini che cambieranno in modo definitivo le loro esistenze. Grande fratello!
GIUDIZIO: WW 1/2
Non appena iniziato il romanzo, nella mia mente Max ha subito preso le sembianze del Gordon Gekko interpretato da Michael Douglas in Wall Street. Per Mike e Becky vedrei bene rispettivamente Joaquin Phoenix e Gwyneth Paltrow.
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