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Rubyhorse - Rise
(2002)
Ideale punto d'incontro musicale tra U2 e GUN (questi ultimi autori negli anni '90 di una stranota cover di Word Up dei Cameo), i Rubyhorse sono partiti dall'Irlanda alla conquista degli Stati Uniti, riuscendo ad inserire un loro brano - Into the lavender - nella colonna sonora di un serial tv di culto come Smallville. Ma a differenza di tanti altri gruppetti lanciati da telefilm teenage oriented, i nostri hanno talento da vendere. Questo loro debut album è infatti davvero ottimo: fin dall'opening track Happy in the sunshine i 5 ragazzi di Cork City riescono a coinvolgerci con una ritmica di batteria che pare un tributo a Sunday, Bloody Sunday, melodie molto accattivanti ed un coro figlio dei migliori GUN; la seguente Sparkle è un pezzo leggero e frizzante ideale per un'heavy rotation radiofonica. La chiave fortemente melodica continua con Any day now, che gode di fortissime influenze dei più bei lenti di Bono Vox & C.; attacco un po' più cattivello - chitarre ruvide e batteria arrembante - introducono la bella Into the lavender, caratterizzata da accelerazioni e frenate improvvise, molto evocativa ed emozionante: pare di stare sdraiati al tramonto in un campo di lavanda, con una brezza tiepida che crea onde viola tutt'intorno. Un punto di rottura nell'ideale continuità melodica del disco è segnato dalla lunga intro di Evergreen, di sapore fortemente elettronico, vagamente jungle, per poi cedere il posto a qualcosa di sapore ibrido, forse figlio del periodo Pop degli ormai (in questa sede) fin troppo citati U2... Dopo la buona Horseless, citazione doverosa per Punchdrunk, bellissimo lento il cui accompagnamento con chitarra classica è ad opera del compianto ex Beatle George Harrison. Ottimo disco, dicevo, che continua ad emozionarci con la potente Bitter, l'elettronica Teenage distraction, l'intima Live through this e la conclusiva, splendida e molto beatlesiana The first time of the year. Rise è un ottimo biglietto da visita per una fulgida carriera. Astri nascenti!
GIUDIZIO: WW 1/2
Ken Loach dovrebbe porgere un orecchio alle melodie dei Rubyhorse: sembrano scritte pr un suo film.
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Filippo Nembrini
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