Kyuss - ...and the circus leaves town
(1995)
Deserto, sole a picco, sabbia rovente; la linea dell'orizzonte appare indefinita, ondulata, in movimento a causa dell'effetto Fata Morgana; il cielo è terso, immoto, senza nubi. In quest'atmosfera nasce, nei primi anni novanta, una corrente musicale meglio nota con il nome di Stoner Rock ad opera di un gruppo straordinario: i Kyuss, californiani di Desert Palm. Deus ex machina della band un chiatrrista di nome Josh Homme, oggi leader degli osannati Queens of the Stone Age, che crea delle armonie - o disarmonie? - primordiali con la sua sei corde, dei riff ossessivi, primitivi, che riportano alla mente le eruzioni vulcaniche della Pangea, di quello stadio in cui il Pianeta Terra era ancora in fase di formazione, un viaggio nel passato remoto, alla formazione del sistema solare, un tuffo nello spazio infinito, un atterragio su Marte al tramonto... Questo tipo di rock prende piede, dilaga, facendo proseliti, creando un seguito di gruppi "affiliati" al genere (primi tra tutti gli ottimi Monster Magnet o i buoni Fu Manchu), che però non arrivano mai alle vette raggiunte dai Kyuss, dotati di una marcia in più anche grazie alle ottime capacità vocali del frontman John Garcia. Tre album - l'esordio di Wretch, lo splendido Blues for the Red Sun e lo psichedelico, quasi lisergico Welcome to Sky Valley - aprono la strada all'ultimo, straordinario lavoro di questa band unica, ma come tale destinata ad una breve vita: ...and circus leaves town. In questo act di commiato i Kyuss ammorbidiscono leggermente le note allucinogene del loro sound, riuscendo così a creare composizioni più bilanciate, forse più melodiche, capolavori assoluti come One Inch Man, Hurricane, Phototrophic e Catamaran. Capitolo a sè riservo a El Rodeo, la mia Kyuss-song preferita insieme a Supa Scoopa and Mighty Scoop contenuta in Welcome to Sky Valley (i titoli bizzarri sono un marchio di fabbrica del gruppo); El Rodeo non può essere considerata una canzone, ma direi più una sinfonia: pensate a ciò che sentireste assistendo all'arrivo di un temporale improvviso nel deserto, all'avvicinarsi delle nubi, al suono delle prime gocce sulle dune arroventate dal sole, alla fuga ronzante di una zanzara impaurita, allo scatenarsi di tuoni e fulmini in un cielo plumbeo che rovescia pioggia con una violenza primordiale. Ecco, avrete l'idea dei primi tre minuti di questa splendida composizione (che come molte altre del gruppo supera i 5 minuti di durata). In assoluto El Rodeo è il miglior esempio di armonia e perfezione nell'ingresso di suoni e di strumenti in una canzone, tutto arriva al momento giusto, si coagula alla perfezione con gli elementi sonori che l'hanno peceduto e fa vibrare l'anima dell'ascoltatore come solo alcune arie d'opera sanno fare; perfetta, troppo per essere di questa Terra: prima della sua fine vi guarderete intorno per vedere se non stia per atterrare un disco volante... Marziano!
GIUDIZIO: WWW
Una colonna sonora spettacolare per un qualsiasi lungometraggio sul pianeta rosso, come appunto Pianeta Rosso con Val Kilmer o Mission to Mars di De Palma.
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