Kula Shaker - Pilgrim's progress
(2010)
Meteore. Così potrebbero esser definiti i Kula Shaker, che dopo il boom di vendite - oltre un milione di copie solo in Inghilterra - del disco d'esordio K, trainato dalla hit mondiale Govinda, sono spariti dalla circolazione per lunghi anni. Solo i più attenti sanno infatti che a K sono seguiti, nel 1999 e nel 2007, altri due album: Peasants, Pigs & Astronauts e Strangefolk. Ed è proprio con quest'ultimo che qualcosa è cambiato: il sound indianeggiante e ormai stantio degli esordi è stato abbandonato, per esser sostituito da un'elegante commistione di generi che vanno dal blues più classico ad un rinnovato rock psichedelico. Altri tre anni ed ecco arrivare questo sorprendente Pilgrim's progress, 12 tracce sospese nel tempo, un disco d'altri tempi, una musica eterna che richiama ora i lenti anni '50 in stile Platters (Ruby), ora echi dei Beatles più psichedelici (Figured it out). Peter Pan R.I.P., l'opening track tutta archi e batteria, ci fa galleggiare in una dolce nostalgia dei giorni dell'infanzia, adagiandoci sulle note di un altro brano meraviglioso: Ophelia, uno strepitoso omaggio all'amor gentile, con vaghi sentori medievali, fiati andini ed un'armonica strappacuore. Piccolo omaggio agli esordi, la bella Modern Blues è tanto speziata che avrebbe potuto far parte della colonna sonora di The millionaire. E' poi la volta di Only Love, altra canzone meravigliosa - ed è già la terza su quattro - con cori efficacissimi e fiati sognanti. Potrebbe già bastare quanto fin qui ascoltato per consigliare vivissimamente l'acquisto del disco, ma i quattro ragazzi inglesi infilano ancora, una dopo l'altra, la country-blueseggiante di All dressed up and ready, la straziante Cavalry, le già citate Ruby e Figured it out... Un disco emozionante, travogente, piacevole, mai banale... Altro che meteore, i Kula Shaker sono più delle comete: una volta ogni 20 anni passano da queste parti del sistema solare e ci abbagliano con qualcosa di meraviglioso. Haley!
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